Le rovine dell’antica città di Nora sorgono sul promontorio del Capo di Pula, località a circa 30 km a sud-ovest di Cagliari. Lo scenario è davvero suggestivo, poiché i ruderi si affacciano su un’ampia insenatura bagnata da un mare azzurro intenso. A poche miglia emerge l’isoletta di San Macario, mentre la Torre del Coltellazzo, eretta da Filippo II di Spagna, domina il promontorio. Infine a ridosso della spiaggia sorge la graziosa chiesa di Sant’Efisio, consacrata nel XI sec. e dedicata al santo protettore di Cagliari, di cui accoglie il simulacro durante la tradizionale processione dei primi giorni di maggio.
La felice scelta insediativa, che aveva il pregio di consentire un doppio approdo alle navi, ad est e ad ovest del promontorio, a seconda della direzione dei venti, fu opera di quei Fenici grandi navigatori e commercianti che approdarono sulle coste occidentali della Sardegna tra il IX e il VII sec. a.C., fondando vere e proprie colonie quali Karalis (Cagliari), Bithia (Chia), Sulcis (Sant’Antioco), Tharros (Oristano). La leggenda vuole che il fondatore sia il mitico Norax, figlio di Ermes e di Eritya, ma comunque sia sembra ormai certo che Nora sia stata la prima città dell’isola, tanto che durante gli scavi fu ritrovata una pietra recante un’incisione nell’alfabeto fenicio che cita per la prima volta la parola Sardegna.
Nora dunque è uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo, tanto più che la città, fenicia fino al VI sec. a.C., fu conquistata poi dai cartaginesi, per divenire nel I sec. a.C. un “municipium” romano.